Sant’Agostino non poteva mancare ne Il linguaggio della filosofia . Prima che filosofo , fervente cristiano, lottò fin dalla sua gioventù...
Le domande di Agostino erano tante: perché esiste il Male? Cos'è? Se Dio è veramente perfetto in tutte le sue infinite sfaccettature, e quindi anche immensamente buono, perché lo ha partorito? E perché non fa nulla per combatterlo? Trovò delle gratificanti risposte nelle dottrine manichee, che spiegavano lo scontro tra Bene e Male, sottolineando che, proprio perché l'uno non sopraffa mai l'altro, il mondo è mantenuto in perfetto equilibrio; nessun uomo, infatti, è completamente malvagio o completamente innocente a causa di questa lotta senza fine. Fece sua questa teoria, finché non la sottopose al test della ragione, dopo la lettura dell’Ortensio di Cicerone, dove lo scetticismo vive in ogni singola parola: Agostino non riusciva a spiegarsi il perché un Essere Perfettissimo si facesse ‘tenere testa’ dal suo opposto, subendolo addirittura, dato che lo attacca veementemente per cercare di sconfiggerlo.
Riuscì a concludere che, in realtà , non c’è alcuna lotta né alcun Male, ma solo Bene, rompendo, così, il suo legame con il manicheismo. Fece questo passo avanti, convinto che gli uomini fossero buoni per natura, essendo, loro, nient'altro che la manifestazione, la rappresentazione in carne e ossa di Dio. Il Male, dunque, non è altro che mancanza del Sommo Bene: questo avviene quando l’uomo si allontana da Dio, amando con tutto sé stesso le cose terrene; il peccato, di conseguenza, non è altro che il risultato di questo atto di esclusione della divinità , azione volontaria che ci spinge a non amare il Padre Eterno.
Pascal Ciuffreda